Eastern Promises

« Older   Newer »
  Share  
kalithea
view post Posted on 10/10/2007, 20:41




Scheda Tecnica
Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: Steve Knight
Genere: Drammatico
Cast: Viggo Mortensen, Naomi Watts, Vincent Cassel, Armin Mueller-Stahl, Sinead Cusack, Donald Sumpter, Jerzy Skolimowski.
Sito Web Ufficiale: {ClicK}
La Trama In Breve: Anna è un’ostetrica londinese che, in cerca di scoprire il mistero che sta dietro alla misteriosa morte di una prostituta, sua paziente, si ritroverà immischiata nel giro della mafia russa. A far parte della gang russa a Londra c’è il misterioso Nikolai, la cui vita ben programmata verrà sconvolta proprio da Anna… E c’è anche spazio per una casa d’appuntamenti, gestita da Kirill.

{Trailer}
 
Top
Corinne91
view post Posted on 10/10/2007, 21:03




Molto interessante... ancora sto cercando A History of violence, pare sia bellissimo!
 
Top
kalithea
view post Posted on 13/10/2007, 19:07




Io l'ho visto è stupendo, ma non l'ho captio benissimo :blush:
 
Top
Arwen Lynch
view post Posted on 14/10/2007, 14:54




aspetto a braccia aperte questo film David Cronenberg mi piace e se Naomi lavora con lui ne uscirà una pellicola coi fiocchi :)
 
Top
Isabelle.
view post Posted on 26/10/2007, 05:41




CITAZIONE (Arwen Lynch @ 14/10/2007, 15:54)
aspetto a braccia aperte questo film David Cronenberg mi piace e se Naomi lavora con lui ne uscirà una pellicola coi fiocchi :)

Quoto..adoro entrambi!

attesa spasmodica *__*
 
Top
Corinne91
view post Posted on 26/10/2007, 14:05




DEVO sapere quando esce.
(Mi metto alla ricerca di informazioni...)
 
Top
Corinne91
view post Posted on 16/12/2007, 15:13




Eastern Promises, rititolato La promessa dell'assassino, è uscito il 14 Dicembre.
Critiche tutte positive, si parla di un vero capolavoro. Ecco un assaggio:

da cinema.castlerock.it:

image

Eastern Promises è il film di un gigante. C'è ben poco da opinare in proposito, ma ribadirlo non è affatto pleonastico. Soprattutto è la dimostrazione che esiste ancora la possibilità di seguire un percorso autoriale chiarissimo e non per questo non al passo coi tempi. Se poi a qualcuno il cinema di David Cronenberg degli ultimi film può sembrare alimentato da un desiderio di allontanamento dai temi e dalle ossessioni che gli sono proprie, in direzione di un presunto ammorbidimento mainstream, probabilmente gli sfugge la portata della mutazione in atto nell'opera del regista canadese. Perché di differenze tra i suoi classici del passato e la nuova produzione ce ne sono eccome (e per fortuna) ma il percorso intrapreso mostra una coerenza e un intransigenza che mette davvero i brividi.
La promessa dell'assassino torna, dopo A History of Violence, a raccontare la tragica prossimità del male. Che non lo vediamo ma ci circonda e ci costringe a farci i conti, senza preavviso. Può essere un passato sopito che torna prepotentemente e mette a repentaglio il focolare domestico o sempre la storia di una famiglia, questa volta russa, che dissimula la sua aderenza alla mafia nella trasparenza di un ristorante russo, nei pressi del centro di Londra. Ma il male è sempre lì, con le sue regole, i suoi rituali e i suoi simboli, financo la sua intimità. Che è quella che si crea, volente o nolente, tra l'autista tirapiedi Nikolai (un Viggo Mortensen praticamente perfetto) e l'infermiera Anna Khitrova (un'intensa Naomi Watts) anche lei di origine russa. Perché anche nelle secche più aride c'è la possibilità per un ritorno ai sentimenti basilari, tra i tentativi di Anna di risalire, tramite un diario in russo, ai parenti di una ragazza che muore di parto per affidargli il neonato e le motivazioni di Nikolai a una scalata di potere nel sistema verticale della mafia russa. Un barlume che contagia persino Kirill (Vincent Cassel) inetto e violento, ma incapace di compiere l'omicidio di un neonato solo per apparire adeguato agli occhi del padre Semyon.
Senza intellettualismi o metafore il regista canadese sbalordisce per la densità e l'asciuttezza con cui ci racconta questo dramma costruito su inquadrature statiche dall'enorme peso specifico e da una classicità chirurgica del montaggio che gli fornisce una forza insormontabile. E mentre il cinema d'azione americano, oltrepassata la saturazione va verso la definitiva sovrabbondanza formale - che si fa discorso teorico nell'ultimo The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo di Greengrass - Cronenberg gira nel 2007 una scena di violenza inaudita in una sauna, che entra sotto pelle - e nell'immaginario cinematografico - perchè mostra tutto il mostrabile con una frontalità assoluta. Provare per credere.

da spietati.it

image

Cronenberg, sotto l’abito disegnato del progetto, è nudo e crudo e si applica allo script. Cronenberg, divelte le vesti, è nudo e crudo, lo è fin dall’inizio: la stilizzata truculenza di uno sgozzamento, una pozza di sangue da rottura di placenta, un neonato gelatinoso a cui viene applicato un respiratore, un cadavere scongelato con il phon, un taglio di dita in dettaglio. La chirurgica macchina da presa di Suschitzky disegna anche Eastern promises, pellicola che è difficile non considerare in rapporto stretto e necessario al precedente a History of Violence, sembrando, questi due film, formare un dittico (e non è solo la questione, ampiamente/inutilmente dibattuta, della serie B e del possibile, teorico aggiramento di una “normale” strategia produttivo-commerciale – Cronenberg Autore che, perdinci, funziona al botteghino - che è all’origine del progetto) in cui i due film dialogano e si confrontano specularmente. Il perno Viggo Mortensen (attore magnifico che sembra tradurre alla perfezione l’algore cronenberghiano, incarnazione sublime della duplicità su cui si fondano entrambe le opere) ricopre un ruolo che pare uguale e contrario a quello di Tom Stall del precedente, invertendosi le coordinate: lì il Male (un Male problematico, pieno di sfumature) che, trasformatosi in Bene, veniva richiamato nel suo vecchio mondo per un ultimo, supremo confronto; qui il Bene (un Bene controverso e torbido, sia chiaro) trasfigurato nel Male ma poi improvvisamente reviviscente, dunque umano. Destatosi dall’ibernazione: salvifico. Un film di metallico rigore, fatto di personaggi (e ambienti, pure: il raffinato ristorante copre qualsiasi nefandezza) che si disfano della muta [una pelle marchiata da segni (in)confondibili – Nikolai tatuato con i simboli dell’onore sì, ma come bestia da mandare al macello, inconsapevole agnello (?) sacrificale -] e si trasformano, un film che gioca sugli opposti e corre su due basilari livelli (normalità – anormalità) che si incrociano quando Anna incontra il padrone del ristorante (le si apre davanti lo “strano mondo”; comincia una lenta, implacabile analisi dell’ambiente malavitoso fatto di abusi, mutilazioni, sfruttamento) e che, come aHoV, non rinuncia all’ironia straniante di chi percorre la strada del genere, ma tenendosi strategicamente ai margini della corsia.
Scritto da Steve Knight, già autore del copione di Dirty pretty things di Frears, imperniato anch’esso sulla descrizione della Londra invisibile degli immigrati, Eastern promises è sì una carola natalizia come può intonarla Cronenberg (tutto si svolge nei fatidici giorni festivi), lucente, violenta, tesa, ma confezionata come un thriller classico (altrimenti dicasi hollywoodiano) e che dunque affida tutto alla dinamica del meccanismo, con solo l’ombra di un sentimento e (per carità) nessun sentimentalismo. Eastern promises, con l’occhio all’accademia, sfrondato, come il precedente, da certo gridato cascame autoriale (Cronenberg, teorizzatore very clever, certo, ma troppe volte – quasi sempre? - imperfetto traduttore della sua medesima poetica), non privo del riconoscibile virtuosismo, è sicuramente più omogeneo del suddetto, apparendo come granitico blocco narrativo che si snoda senza bruschi cambi di direzione, laddove la secca, imprevista (geniale, lo dico) deviazione di aHoV sorprendeva e spiazzava, ma in cui uguali risultano le modalità di svelamento della trasformazione/svestizione (metaforica e letterale) del personaggio centrale che avviene, improvvisa nella seconda parte (nella magnifica scena del bagno turco - tesa, cruenta, simbolica – Nikolai, l’uomo nudo, dopo la lotta disperata, si dispone in posizione fetale: è lì che assistiamo all’esplicita mutazione/ nuova nascita?). E il finale, nel cuore caloroso della casa, lynchianamente (Blue velvet…) accogliente. Dunque poco o nulla rassicurante. L’ombra di una minaccia.
Si aggiunga il sottotesto, in cui elementi di differenziazione (nazionalità, cultura, sesso) vengono letti come chiavi del Disagio, subculture che incrociano altre subculture, vissute con orgoglio/viste con disprezzo, ciascuna costituendo una marca (s)qualificante, la squadra in cui giocare (la prova di virilità, il Chelsea - il presidente è Abramovich, non dimentichiamocene -, il test di fedeltà), il popolo o la famiglia (la Famiglia) da non tradire. Un incrocio di tematiche, che si riflette nel miscuglio che risulta essere questo film radicalmente contemporaneo, in cui la malavita è polverizzata e entra in ogni ingranaggio (la mafia russa sintesi della brutalità di oggi), in cui la polizia non esiste, opera meticcia come i nostri tempi, appunto, diretta da un canadese, scritta da un inglese, e ambientata in una Londra dove personaggi di origini russe, diversamente/egualmente sradicati, vengono interpretati da australiani (Watts), statunitensi (Mortensen), francesi (Cassel), tedeschi (Mueller-Stahl, stupendo), polacchi (Skolimowski), inglesi (Cusack), scelte di casting ovviamente studiate che impongono una visione del film rigorosamente in originale, per saggiare come ciascuno di essi pieghi (muti?) il proprio idioma originario alla cadenza russa, per apprezzare fino in fondo il superbo lavoro che il regista fa, com’è suo costume, col parco attoriale a sua disposizione.

Paolo Merenghetti, Il corriere della sera
image
Ravvedimento estetico o concessione mediatica? Un pò tutti e due: l' attesa del pubblico per Eastern Promises (che in Italia uscirà tra due settimane col titolo La promessa dell' assassino) ha costretto gli organizzatori ha dedicargli due proiezioni supplementari e la qualità di questo noir è decisamente molto alta. Ambientato a Londra, il film mette a confronto un' infermiera ostetrica (Naomi Watts) con il mondo della mafia russa: assistendo una partoriente minorenne, che muore dando alla luce una bambina, Anna entra in possesso del diario della giovane. Ma è in russo e per farselo tradurre chiede aiuto al gestore di un ristorante (Armin Mueller-Stahl) che scoprirà troppo tardi essere coinvolto nelle disavventure della ragazza. Così come si renderà conto che il ristorante è la facciata di un' organizzazione mafiosa dove sono coinvolti anche il figlio del gestore (Vincent Cassel) e l' autista (Viggo Mortensen). Compatto e tesissimo, con una serie di colpi di scena, il film, scritto da Steve Knight, rispetta le regole del film di genere, con la paura per il destino degli «innocenti indifesi» (oltre ad Anna, la madre e lo zio ubriacone, interpretati da Sinéad Cusack e dal regista Jerzy Skolimowski), l' inevitabile confronto/scontro tra i due «figli» del boss - quello vero, un debosciato, e quello desiderato, di cui Mortensen dà un' interpretazione indimenticabile - e una lunga lotta all' interno di una sauna, dove la violenza si spreca. Ma la logica di mercato che sta spingendo molti autori ad accettare un ritorno al cinema di genere per poter contare su budget e star di primo piano, non impedisce a Cronenberg di lasciare ben evidente la sua firma. La più evidente è quella di «leggere» sul corpo delle persone i segni del dramma: ieri quelli di un orrore che deformava le persone (Rabid, Brood, Videodrome, La mosca) oggi i tatuaggi che «raccontano» la vita dei membri della mafia Vory v zakone (letteralmente: ladri nella legge). Così, più che il sangue che sgorga copioso, è proprio questo «destino inciso nella pelle» a segnare il film, con il suo marchio di sopraffazione che solo la morte (o il tradimento) potranno forse modificare.

Lo voglio vedereee! Ma qui non è uscito, e chissà se uscirà...
 
Top
kalithea
view post Posted on 18/12/2007, 16:45




Spero do riuscire a vederlo nelle vacanze di Natale!
CITAZIONE (Corinne91 @ 16/12/2007, 15:13)
Lo voglio vedereee! Ma qui non è uscito, e chissà se uscirà...

SPOILER (click to view)
qui è uscito invece, lo fanno al President in centro a Milano...

 
Top
Corinne91
view post Posted on 20/12/2007, 14:33




Anche qui è uscito! Sono in estasi... *_*
Comunque prima lo vedrà mio padre, preferisce prepararmi alle scene violente... ma lo vedo di sicuro XD
 
Top
Peter_92
view post Posted on 4/1/2008, 10:02




L'ho visto proprio ieri... mi è piaciuto tantissimo.
Un film crudo, che ci descrive una Londra che non eravamo abituati ad inquadrare.
Dopo A History of violence (che personalmente ho amato) David Cronenberg ci regala un altro gioiellino.
Naomi Watts molto brava, ma si vede affiancata da un bravissimo Viggo Mortensen.
Il finale tuttavia non è originalissimo, infatti è abbastanza prevedibile. Nonostante questo però non lascia l'amaro in bocca.
Bellissimo film.
 
Top
Corinne91
view post Posted on 7/1/2008, 17:15




Finalmente l'ho visto!
Parliamo di uno dei migliori film del 2007, se non IL migliore.

Ovviamente il titolo originale è il più significativo. Sono "Le promesse dell'est" il fulcro del film, quelle promesse aggrappandosi alle quali una dei protagonisti del film va incontro alla morte. Tatiana, un fantasma, una voce sofferta accompagna lo svolgersi dell'azione, portandoci attraverso un cammino di sangue, carne martoriata, dolori atroci ma non rappresentati (le sevizie a cui la quattordicenne viene sottoposta, non sono mostrate: non ce n'è bisogno).
La lotta disperata, animalesca, brutale per la sopravvivenza esplode nella scena della sauna, destinata a diventare un cult ancora prima dell'uscita del film; la morte va a braccetto con la vita (come dice Anna all'inizio), la distruzione e la perdizione la fanno da padroni, la speranza introvabile poi emerge (?), occultata dalla sofferenza e dallo sgomento.
Nel filmare la violenza che striscia sottopelle, Cronenberg non eccede, non strafà, la sua è una regia misurata e persino pudica; e si avvale di facce perfette, figure forti e trepidanti, ottimamente interpretate.
Non c'è infatti un attore fuori posto: bravissimi l'imperturbabile Mortensen, la vibrante Watts, il folle e impulsivo Cassel, l'impassibile e crudele Muller-Stahl.
Una storia forte e che, pur risaputa, è inevitabilmente sconvolgente, e che oltrepassa lo schermo fino ad insediarsi nel cuore, per restarci.
David Cronenberg ha mantenuto la sua promessa di regalarci un film memorabile.
 
Top
Arwen Lynch
view post Posted on 29/2/2008, 23:57




Questo è più di un film, questo è un capolavoro con la C maiuscola in tutti i sensi se nn l'avete visto correte subito a vederlo da nn perdere assolutissimamente la regia di Cronenberg è monumentale x nn parlare della recitazione di Naomi Watts e Viggo Mortensen straordinari :)
 
Top
11 replies since 10/10/2007, 20:41   432 views
  Share